Il residuo fiscale ci aiuta a capire le ragioni dei Veneti.
Il referendum ha avuto un grosso successo e, vista la pericolosità dell’azione e il precedente creato, la stampa di regime ha subito cercato di minimizzare la cosa, buttandola sullo scherzo.
C’è poco da scherzare, il voto non avrà nessuna conseguenza reale, ma è un segnale molto forte su come la pensano al Nord, anche alla luce delle altre Regioni che vogliono “referendare”.
Come al solito cerco di analizzare la cosa senza dare giudizi di valore.
I fatti dicono che il Nord paga tasse ricevendo spesa pubblica sensibilmente inferiore alla quantità di denaro erogato, il contrario avviene al Sud.
Ad aiutarci in questa analisi abbiamo il semisconosciuto “Residuo fiscale”, termine coniato da James Buchanan, che monitora i dati di prelievo e spesa regione per regione.
I numeri svelati dal sito Scenari Economici sono devastanti:
Spicca la Lombardia che paga 56 miliardi di Euro di tasse in più rispetto ai servizi ricevuti.
Praticamente il Nord potrebbe risparmiarsi l’IRPEF
Questa allocazione di risorse pubbliche spropositata verso il Sud crea un ulteriore problema: il settore pubblico, al Sud, è fuori mercato. Se gli stipendi del pubblico sono uguali in tutte le regioni Italiane, avremo lo statale al Nord sulla linea di sopravvivenza, mentre al Sud con uno stipendio ben più alto della media, e questo impedirà alle imprese private la possibilità di competere, tutti cercheranno di entrare nel lavoro pubblico.
Il Nord perde competitività causa tassazione troppo alta in rapporto ai servizi, il Sud non riesce a crescere anche perché le imprese non possono competere col pubblico.
E’ il gatto che si morde la coda, e non vedo soluzioni al problema.