La curva di Laffer

La curva di Laffer mette in relazione aliquote di imposta e gettito fiscale. Fu ideata da Arthur Laffer (ma va?) e tramite essa riuscì a convincere l’allora presidente Reagan a diminuire drasticamente la pressione fiscale. Questa curva è osteggiata da molti economisti e in effetti non ha nessuna precisione matematica, in quanto troppi fattori influiscono sulle ascisse e le ordinate.

Curva di laffer

Ma cosa dice, in soldoni? Semplicemente che oltre un certo limite (da Laffer posto al 30%) è inutile aumentare la pressione fiscale, perché il contribuente piuttosto che fallire o suicidarsi semplicemente si rifiuterebbe di pagare. Al di la delle obiezioni degli economisti, è facile pensare che Laffer abbia ragione. Non possiamo usarla come parametro esatto, ma è chiaro che se ci chiedessero una tassazione del 90%  tutti ci rifiuteremmo.

Ho pensato a Laffer perché leggendo distrattamente il programma Renzi (seguo la politica di striscio, mi limito a verificare i fatti, delle parole sono stanco) ho notato con piacere che il primo obiettivo del nuovo Presidente è di abbattere il cuneo fiscale.

Abbattere il cuneo fiscale è in effetti cosa buona e giusta, il problema è trovare le risorse, siamo alle solite. Laffer ultimamente ci ha fatto notare che la pressione fiscale in Italia è già oltre il limite di sopportazione, infatti malgrado l’aumento di questi ultimi anni, il gettito è diminuito. Certo, conta anche la crisi devastante, ma ciò non toglie che il gettito sia diminuito a fronte di un aumento delle imposte, quindi dal lato gettito fiscale il Presidente Renzi non può fare nulla.

Cosa rimane? Al solito: patrimoniali o tagli alla spesa pubblica.

Per quanto riguarda le patrimoniali, ormai non passa giorno senza che qualche alto papavero Europeo ci consigli di farne e forse sarebbe il caso di cominciare a preoccuparsi, mentre sui tagli alla spesa meglio stendere un velo pietoso, basti pensare ai termini usati dai governi per indorare le varie pillole (finché non diventeranno supposte).

Ad esempio, per dare un nome all’ultima trovata del Governo, cioè l’autodenuncia dei capitali all’estero, perché di questo si tratta, hanno usato “voluntary disclosure”.

Uè, Franco, cosa stai facendo?

Faccio la voluntary disclosure.

Cosa? Ti autodenunci al Fisco? Ma sei pazzo?

Ah si? Non sembrava così brutto a leggere il nome. Allora no che non mi denuncio, anzi voglio il mio avvocato!

Oppure la “Spending Review”, in pratica i tagli ai servizi all’italiana, vorrete mica tagliare i privilegi? Due sforbiciate a sanità e scuola e siamo a posto, due miliardi si trovano.

Ne mancano molti altri però, se si vuole tagliare sensibilmente il cuneo fiscale, perché anche Letta ha tagliato il cuneo di 14 euro, ma vi posso assicurare che non serve a nulla.

Se vogliamo far rientrare capitali o addirittura riportare investimenti esteri nel nostro Paese va tagliato il costo del lavoro, ma non tramite decurtazione dello stipendio dei lavoratori, ma delle tasse.

Renzi lo sa, il problema è che lo sapevano tutti i presidenti anche prima di lui, ma i risultati si sono visti.

Vedremo, anche se ho una vaga idea di come andrà a finire.

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