Il grafico che ho utilizzato, il migliore trovato in rete, proviene dal blog Italia 2033. E’ meraviglioso, chiarissimo, devastante. Guardatelo, il finale possibile è uno solo, e mancano gli ultimi 10 anni dei record. Siamo a quota 2160.
Ordunque, con questo articolo intendo proporre una visione diversa da quella comunemente accettata, cioè che lo Stato si indebiti per fare del bene, che il debito pubblico va ripagato e che essendo “pubblico” riguarda i cittadini, perché lo “Stato siamo noi” e un mucchio di altre stronzate.
Quando spendiamo più di quanto guadagniamo facciamo debito. Più siamo poveri e meno debito possiamo fare. Noi comuni mortali possiamo sgarrare di qualche migliaio di euro, poi pignorano.
Le grosse aziende possono sforare anche di milioni, mentre lo Stato sgarra di…..a quanto siamo? Oltre 2000 miliardi di euro. Per i vegliardi come il sottoscritto è bello ricordare la cifra in Lire: Quattro milioni di miliardi di Lire.
Ahahah
Dunque, ogni tanto ci raccontano che “ogni cittadino ha un debito di 33.000 euro, neonati compresi”. No, il neonato debiti non ne ha, non ha fatto nulla per contrarre debiti. Io invece di debiti ne ho eccome, ma è denaro che ho usato per investire, per creare lavoro e ricchezza (spero). Il debito dello Stato non lo voglio. Che discorsi sono? Loro spendono e io dovrei pagare? In realtà la norma è che il debito pubblico non si ripaghi, e direi che è cosa buona e giusta. Lo Stato paga gli interessi sul debito facendo altro debito e così via, finché i mercati lo accettano. Quando il debito è considerato troppo alto le possibilità sono due: o si monetizza (si stampa moneta o si vendono proprietà) o si fa default parziale o totale. Tutto qui, saranno problemi di chi si è fidato, rischio d’impresa. Chi aveva bond greci o argentini è rimasto col cerino in mano, e giustamente. Non esiste considerare i risparmi dei cittadini come garanzia del debito. Il debito è rischio d’impresa per chi lo compra, non c’è nulla sotto, nessun sottostante. Ho appena contratto un debito con una banca e ho dovuto portare delle garanzie, come ad esempio la mia dichiarazione dei redditi e il contratto d’affitto di un monolocale che ho locato. Se non riesco a pagare mi pignoreranno tutto quel che possiedo.
Lo Stato invece vende debito ma non ha nulla dietro, se non altro debito. Gran parte di questo debito mostruoso che abbiamo accumulato negli anni è finito in pensioni e stipendi, certo non ne ho benificiato io, per cui non è moralmente accettabile che io debba pagare il debito altrui. Ho da pagare i miei di debiti, quelli contratti per mia scelta, non ho chiesto niente allo Stato né voglio nulla da nessuno a meno che non sia io a volerlo, e i servizi che ricevo dal monopolio (senza possibilità di scelta) li pago profumatamente.
Quindi il “prelievo forzoso sui conti correnti“, di cui ho già parlato e che sembra verrà a breve utilizzato da qualche governo (ne sta parlando un po’ troppo il FMI, mi sa che una mattina ci sveglieremo con la sorpresa, come nel 1992) è una porcata di proporzioni enormi. Si colpiscono i risparmiatori per salvare un soggetto che spreca sempre e ruba quando può. Si tolgono risorse ai settori produttivi (tasse a chi crea ricchezza, beni e servizi) per coprire un apparato elefantiaco assolutamente fuori controllo per una ragione ben precisa: lo Stato non funziona perché non è sul mercato, non riesce a “far di conto”, non può e non riesce a chiudere le attività in perdita (quasi tutte), come si usa nella vita reale. Non è in grado di fare il calcolo economico.
In ogni caso sembra che la maggior parte dei cittadini sia soddisfatta così, cioè avere l’illusione di pagare poco la bolletta dell’acqua dimenticandosi dell’esproprio del 50% del suo stipendio, nella maggior parte dei casi senza che se ne accorga (prelievo anticipato dalla busta paga, detto anche sostituto d’imposta.)
Lo Stato ogni anno incassa 850 miliardi di euro, solo da tasse e imposte. Una cifra incredibile, eppure non bastano. Ne spendono di più, da sempre. Incassa 10 ne spende 12. Incassa 500 ne spende 600.
Ricordiamoci che lo Stato non ha versato le pensioni dei suoi dipendenti, il tristemente famoso INPDAP, per poi chiosare sull’evasione fiscale. E’ giusto, le tasse vanno pagate soprattutto per solidarietà a chi è costretto a pagarle interamente.
Ma l’onestà si innesta con l’esempio, non con la forza, e se l’esempio è il mondo politico degli ultimi 30 anni non possiamo certo lamentarci degli Italiani. Siamo anche troppo onesti, buoni e pazienti. E metà di noi crede ancora alle favole.